Originale e suggestivo il recente book di Giovanna Sparapani, dal titolo “I fiori notturni”: immagini di fiori non certo oleografiche o decorative, riprese sotto una fonte luminosa  forte e ben direzionata, che risaltano su un fondale del tutto informe e nero, intervallate dalle parole del critico d’arte Giampaolo Trotta.  Sono fotografie scattate durante il periodo della pandemia usando lo Smart phone 11 pro, presentate come libro sfogliabile.  Mentre scorrono le immagini si leggono le parole del critico  che si soffermano su aspetti e particolari importanti, sottolineando i richiami culturali che sottendono le fotografie: dalle opere fiamminghe secentesche  della grande stagione delle nature  morte, all’uso della luce in Caravaggio, fino  al mosaico fiorentino, sei-settecentesco, dove spesso i fiori sono resi tramite un gran numero di pietre preziose dure incastonate su fondali neri. Ma non bastano i legami con la tradizione pittorica: per entrare nel mondo magico di queste immagini si deve riuscire a perdersi nel mondo buio del fondale, per cogliere all’improvviso quelle luci, che si illuminano come stelle nella notte. Il critico parla di tridimensionalità che permette ai fiori di navigare in un universo primordiale, dove non restano pietrificati come nei mosaici fiorentini ma rendono l’idea della vita che si espande. Possono essere fiori che ricordano i cristalli di neve oppure minuscole corolle come le prime formazioni cellulari che vagano nelle acque, quindi alla fine sembra di assistere al miracolo della vita. Un viaggio onirico dentro di noi, come osserva Trotta, dentro le nostre ansie e i nostri limiti e paure, dove all’improvviso si accende una luce, che non è che l’aprirsi all’infinito, all’amore universale:  le tenebre illuminate all’improvviso dai bagliori  dei  fiori, ci richiamano l’immagine di sfolgoranti fuochi d’artificio che sprizzano scintille nel cielo scuro della notte.

Le ultime parole del book sono affidate alla poesia:

…E bastava la letizia di un fiore a riportarci alla ragione   (Alda Merini).

Al book segue l’edizione cartacea e un video montato da Chiara Ronconi.

 

Maria Mariotti